Itadakimasu, ovvero ricevere il cibo, è la parola che viene detta prima di ogni pasto, o di bere una tazza di tè; si ringraziano gli dei perché si riceve cibo, lo si accetta con tanta gratitudine da chi lo ha cucinato per noi.
La cultura del cibo
In oriente la cultura del cibo è legata anche alla salute e alla cura del corpo, le quali sono correlate al benessere dello spirito, mangiare in modo sano porta a stare meglio sia fisicamente che spiritualmente, ecco perché la parola Itadakimasu viene pronunciata, a mani conserte, proprio in quel preciso momento, per ricevere ed accettare il cibo.
E’ un concetto che viene assimilato in oriente con l’introduzione dello stile di vita buddista, affiancato e integrato alla tradizione shintoista.
L’idea che “siamo ciò che mangiamo” porta ad elaborare una cultura del cibo legate alle radici profonde e dai sani contenuti, per certi aspetti vicina alla nostra dieta mediterranea, questo concetto trova molta approvazione nella tradizione popolare.
Questa cultura segue molto il ciclo delle stagioni, si mangia ciò che la terra da in quel momento, variando alimenti e preparazioni, regola fondamentale per mantenersi in salute.
La cucina orientale è molto ispirata dalla natura, per la ricercatezza dei suoi accostamenti cromatici, nel senso estetico nella composizione del cibo, il tutto si sposa con l’attenzione al decoro, per esempio creando bocconi non troppo grandi da servire all’ospite.
Il senso estetico, la compostezza, l’essere sempre attenti al dettaglio, sono caratteristiche dei giapponesi che si rispecchiano a pieno anche nella loro cucina e nella presentazione dei piatti, il dettaglio, la quasi perfezione, non devono mai mancare.
In tutto questo non deve mancare la curata decorazione dei piatti, per far si che chi mangia questo cibo faccia un viaggio sensoriale, mantenendo i cibi al loro stato più naturale possibile, ma creando contrasti di sapori, e alla fine del pasto un commensale deve poter dire gochiso sama deshita, “Grazie per il cibo eccellente.
Cucina che ormai è diventata molto popolare anche in occidente, molto amata, c’è tanta curiosità nell’assaggiare questi gusti un po’ distanti dai nostri, accostamenti ancora nuovi al nostro palato, e anche se in pochi ristoranti troviamo la vera cucina giapponese, possiamo comunque dire di iniziare a conoscerla e a volerla approfondire.
In cucina
Un elemento molto usato in cucina è il Miso, letteralmente “fonte di sapore”, viene introdotto nella dieta orientale dai monachi buddhisti, i quali avevano la necessità di elaborare una dieta vegetariana proteica, rispetto ad altre.
Nel tempo diventa uno straordinario alimento/condimento che otre ad utilizzare la soia, usa anche altri cerali come riso, grano e orzo, facendolo fermentare e ottenendo il miso, usato per la famosa zuppa.
Questo alimento contiene enzimi attivi che favoriscono la digestione e forniscono un nutrimento equilibrato di carboidrati, proteine, vitamine, sali minerali e aminoacidi liberi; regola il metabolismo e aiuta la flora batterica intestinale.
Molto usati sono anche:
- alga nori
- aceto di riso
- agar agar
- azuki
- mirin
E tanti altri ingredienti che stanno diventando di uso comune anche nella nostra cucina.
Alcuni utensili
Gli utensili che ovviamente si utilizzano in cucina sono le bacchette bacchette, non sono le stesse che si usano per mangiare perché sono più lunghe, 30-33 cm, si chiamano saibashi; viene utilizzata anche la stuoia per arrotolare i makisushi, involtini di alga nori con vari ripieni.
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Itadakimasu a tutti!!